Ciò che tento di seppellire sotto la luce del giorno, la notte riemerge. Racconto di come questa notte ho sognato la diva di desideri.

E anche in sogno, cuore, non ti dai pace, desideri sempre. Sotto l’armatura sei cuore malinconico e trasognante. Se non ti ascolto, se cerco di zittirti (ci sono cose più importanti no? Il lavoro, lo studio, la rubrica di poesia…), ti intrufoli nei retrocessi del cervello e – quando sono più smarginata, la notte – torni a farti prepotente richiamo di mancata e piena felicità.
Dapprima sogno una montagna, sogno mio padre su quella montagna – inutili selezioni canore -, io che gli porto un’amica, che nella vita reale è quella ragazza che non sento da mesi, che mi sdegna, mi snobba (ma tu hai scritto per lei, non è così? Lo ricordi?). Lei canta: ha gli occhi azzurri, i capelli castano chiaro le ciondolano sul petto e è tanto fragile che talvolta le manca la voce. Corro in suo aiuto più di una volta. Poco dopo mi abbandona. Rimango sola sulla montagna e inizialmente tutto è incubo: il buio della notte, il nonno che batte forte dal soppalco e alla fine scopro con le costole scoperte, riverso sul letto. Stride: “Volevo esser morto”. Scendo le scale con quell’immagine nella mente, rivedo il sangue, la pelle rovesciata su se stessa. Ma ancora l’aspetto. E ecco che all’improvviso una voce, dal fondo della valle, si fa avanti, e è lei, è bellissima, dà il fianco alla luce della luna: “Vieni a darmi un bacio” dice. Le vengo incontro con determinazione, la faccio salire sulle mie braccia con dolcezza. E poi mi sveglio, sola, nella mia stanza.

Montagna di notte

Diva di desideri

Penetrami nel profondo
Diva di desideri
Amore carnale sensuale tellurico tutto
e amore che neanche i lombi basteranno.

Sussurrami parole
come da anni aspetto
aspetto invano
sulla soglia di un’attesa logorante
che si fa spoglia
agonia
di giorno in giorno:

vedi come incede
l’ombra lunga del passato e sghemba
lascia
i soliti frantumati addii
quasi più sassi che slanci
ad inciamparcisi.

Ho bisogno che tu mi parli
qui, adesso,

(per sempre)

ho bisogno di te che mi porti
sui tuoi piedi
ai miei piedi
allacciate
che tu mi possa incontrare là dove
l’alba
muo
re